Amon Oz incontra gli studenti

Amon Oz incontra gli studenti

Mercoledì 10 novembre alle ore 10,30 lo scrittore israeliano Amos Oz è ad Asti per la lectio magistralis al Centro Culturale San Secondo (via Carducci 22). Presenta il critico letterario Wlodek Goldkorn, responsabile delle pagine culturali de L’Espresso. L’incontro, in collaborazione con il Comune di Asti, la Biblioteca Astense e il Centro Culturale San Secondo, è riservato agli studenti delle scuole superiori che hanno aderito all’iniziativa. Il pubblico potrà partecipare soltanto in ragione di posti eventualmente disponibili. Significativo il tema che affronterà tramite la presentazione di un suo libro dal titolo Contro il fanatismo. Il volume, edito in italiano da Feltrinelli nel 2004, raccoglie tre lezioni tenute all’università di Tubinga in Germania, per illustrare la natura del fanatismo e indicare le possibili vie per il superamento, in particolare attraverso la strada del compromesso. Con stile equilibrato e registro colloquiale e piano, ma senza abbandonare i toni della poesia, l’autore svolge un ampio ragionamento sulla genesi del fanatismo politico-religioso, per poi concentrare l’attenzione sul conflitto tra israeliani e palestinesi. Lontano da intenti politici o accademici, nei tre capitoli in cui il libro è suddiviso (Passioni oscure; Come guarire un fanatico. L’oltranzista è un punto esclamativo ambulante; Israele e Palestina: fra diritto e diritto), Oz parla di sé e del suo lavoro di scrittore, rivolgendosi alle due parti in causa e a tutte le persone che in ogni tempo e luogo sono vittime del fanatismo. Il fanatismo, secondo Oz, è spesso legato a un contesto di profonda disperazione, per sconfiggere il quale l’unico modo è quello «di generare, di diffondere speranza», soprattutto presso il ceto moderato che in entrambi i campi in lotta è presente e stenta a far sentire la propria voce. Inoltre – aggiunge lo scrittore – è necessario sviluppare la propensione all’ascolto dell’altro, il senso dell’umorismo e quello della relatività, ovvero la convinzione che «ciascuno ha la sua storia, ma non ce n’è una più valida o avvincente dell’altra», e la consapevolezza che i ruoli si possono ribaltare: «gli occupati possono diventare occupanti, gli oppressi oppressori, le vittime di ieri aggressori». La tragedia vissuta dai popoli palestinese e israeliano – spiega Oz – consiste nel fatto che non sia possibile distinguere fra «buoni» o «cattivi», in quanto entrambi i popoli in lotta hanno valide ragioni per reclamare il diritto ad abitare sulla medesima terra. Per risolvere il conflitto, Oz si dichiara fautore del compromesso, concetto considerato normalmente in maniera negativa, come sintomo di una mancanza di onestà e integrità morale: «Non nel mio vocabolario. Nel mio mondo, la parola compromesso è sinonimo di vita. E dove c’è vita ci sono compromessi. Il contrario di compromesso è fanatismo, morte». Esercitare il compromesso, quindi, significa mediare, andare incontro all’altro, riconoscendo dignità al suo punto di vista. «Come curare un fanatico? Inseguire un pugno di fanatici su per le montagne dell’Afganistan è una cosa. Lottare contro il fanatismo è un’altra. Completamente diversa. L’attuale crisi mondiale in Medio Oriente o in Israele/Palestina non discende dai valori dell’Islam. Non è da imputarsi, come dicono certi razzisti, alla mentalità araba. Assolutamente no. Ha invece a che fare con l’antica lotta fra fanatismo e pragmatismo. Fra fanatismo e pluralismo. Fra fanatismo e tolleranza. Il fanatismo nasce molto prima dell’Islam, del Cristianesimo, del Giudaismo. Viene prima di qualsiasi stato, governo o sistema politico. Viene prima di qualsiasi ideologia o credo. Disgraziatamente, il fanatismo è una componente sempre presente nella natura umana, è, se così si può dire, un gene del male.» L’autore è in Piemonte nella settimana dal 7 al 12 novembre per ricevere il Premio Salone Internazionale del Libro. Ad assegnare la prima edizione del riconoscimento all’autore di Una storia d’amore e di tenebra (Feltrinelli) sono state le migliaia di voti elettronici espressi lo scorso mese di maggio dai visitatori ed espositori del 23° Salone di Torino. Il Premio è un’iniziativa della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura ed è promosso dalla Regione Piemonte nell’ambito del Parco Culturale Piemonte Paesaggio Umano. Autore di saggi, romanzi e libri per bambini, Amos Oz è riconosciuto come una delle voci più importanti della letteratura mondiale ed è diventato una figura di primo piano del movimento israeliano per la pace. I suoi libri si nutrono del forte rapporto con la sua terra, in un confronto sincero fino alla crudeltà. Raccontano il popolo di Israele, i suoi travagli, gli splendidi scenari naturali che ne costituiscono l’anima. Scandagliano i rapporti famigliari, di amicizia e d’amore con una speciale sensibilità per il mondo femminileNato a Gerusalemme nel 1939 da una famiglia di origini russe, insegna all’Università Ben Gurion del Negev. A quindici anni Oz è andato a vivere nel kibbutz di Hulda che ha lasciato nel 1986 per stabilirsi ad Arad. Dopo aver servito nell’unità Nahal, Oz ha studiato filosofia e letteratura ebraica all’Università Ebraica di Gerusalemme. A ventidue anni ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti, La terra dello sciacallo, uscita nel 1965, mentre il suo primo romanzo, Elsewhere, Perhaps, è apparso nel 1966. Da quel momento Oz ha cominciato a scrivere ininterrottamente e le sue opere sono state tradotte in circa trenta lingue. Ha ricevuto il premio più prestigioso del suo Paese, il Premio Israele per la letteratura, nel 1998, anno del cinquantesimo anniversario dell’indipendenza di Israele. Nel 2005 ha ricevuto dalla città di Francoforte il Premio Goethe alla carriera, un riconoscimento assegnato in passato a Sigmund Freud e Thomas Mann. Tra i romanzi e i racconti di Oz ricordiamo: Conoscere una donna (Tea, 1996 – Feltrinelli, 2002); Fima (Bompiani, 1997 – Feltrinelli, 2004); Soumchi (Mondadori, 1997); Michael mio (Bompiani, 1999), storia di un matrimonio e del suo fallimento raccontato dal punto di vista della protagonista; Una pantera in cantina (Bompiani, 1999); Lo stesso mare (Feltrinelli, 2000); La scatola nera (Feltrinelli, 2002); Contro il fanatismo (Feltrinelli, 2004), raccolta di tre lezioni tenute sul tema del fanatismo; Una storia di amore e di tenebra (Feltrinelli, 2005), saga familiare che copre quattro generazioni negli anni travagliati che videro la nascita di Israele; la fiaba per bambini e adulti D’un tratto nel folto del bosco (Feltrinelli, 2005); Non dire notte (Feltrinelli, 2007), che indaga i limiti e le infinite risorse dell’amore e della tolleranza; La vita fa rima con la morte, Feltrinelli (2008); i recenti Una pace perfetta (Feltrinelli, 2009) e Scene dalla vita di un villaggio (Feltrinelli, 2010). Oltre ai romanzi, Oz pubblica regolarmente saggi di politica, letteratura e sulla pace. Ha scritto per il giornale laburista israeliano Davar (che ha terminato le pubblicazioni negli anni Novanta) e per il quotidiano Yedioth Ahronoth. In inglese i suoi scritti sono usciti su varie pubblicazioni, tra cui la New York Review of Books.

Condividi questa pagina su
No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.