Due nuovi romanzi selezionati per l’edizione 2017 del Premio Asti d’Appello

Due nuovi romanzi selezionati per l’edizione 2017 del Premio Asti d’Appello

E’ già disponibile in biblioteca nei normali orari di apertura, per tutti i soci che hanno rinnovato l’adesione alla Associazione Premio Asti d’Appello, Il bambino nella neve di Wlodek Goldkorn (Feltrinelli, 2016), segnalato dai giurati del Premio Bagutta per partecipare alla nona edizione del Premio Asti d’Appello, la cui cerimonia conclusiva avrà luogo al Teatro Alfieri domenica 26 novembre. Così lo presenta la casa editrice: Cos’è la memoria? Cos’è il passato? Cosa resta delle vite e delle morti di chi abbiamo amato, di chi ci ha preceduto? Riflessioni universali, che diventano lancinanti quando si applicano al passato di un ebreo, polacco e comunista, cresciuto nel dopoguerra in una patria che l’ha poi rinnegato. Wlodek Goldkorn è da molti anni una voce conosciuta della cultura italiana, ha intervistato grandi artisti, scrittori, premi Nobel, e raccontato molte storie – mai la sua personale. Quella di un bambino nato da genitori scampati agli orrori della seconda guerra mondiale, che abitava in una casa abbandonata dai tedeschi in fuga, ancora piena di piatti e mobili provvisti di svastica, che crebbe nel vuoto di una memoria familiare impossibile da raccontare, impossibile da dimenticare, impossibile da vivere. “Poi, capita che nascano i nipotini. E arriva il momento in cui ci si pone la domanda: come dire loro l’indicibile? Come trasmettere la memoria?” Ecco allora un viaggio di ritorno: a Cracovia, a Varsavia, ad Auschwitz, a Bełzec, a Sobibór, a Treblinka. E un viaggio nella memoria, da ricostruire, da inventare, da proiettare nel futuro: i genitori, gli amici, gli eroi e le vittime, il ragazzino che gioca con i compagni nel cortile fingendo di essere ad Auschwitz, l’uomo che sceglie Marek Edelman come maestro di vita, il nonno che deve raccontare ai nipoti la storia. Un viaggio che non ha paura di spingersi nel buio più profondo del Novecento, senza perdere la chiarezza dello sguardo, il disincanto di chi sa che ogni ricordo è anche fantasia, che essere figlio dell’Olocausto non significa immedesimarsi nelle vittime ma deve portare alla rivolta. Senza perdere la forza morale di chi pensa che “la venuta del Messia sarà irrilevante. E per questo dobbiamo fare come se lo aspettassimo”. “Ma poi, cosa è Auschwitz? Cosa ne rimane? E cosa deve rimanere? Per me, prima di tutto Auschwitz è un cimitero. Il mio cimitero di famiglia.” Wlodek Goldkorn è stato per molti anni il responsabile culturale de “L’Espresso”. Ha lasciato la Polonia, sua terra nativa, nel 1968. Vive a Firenze. Ha scritto numerosi saggi sull’ebraismo e sull’Europa centro-orientale. È co-autore con Rudi Assuntino di Il Guardiano. Marek Edelman racconta (1998) e con Massimo Livi Bacci e Mauro Martini di Civiltà dell’Europa Orientale e del Mediterraneo (2001) e autore di La scelta di Abramo. Identità ebraiche e postmodernità (2006). Per Feltrinelli ha pubblicato Il bambino nella neve (2016). Inoltre è già stato selezionato il terzo volume in concorso: è Lo spregio di Alessandro Zaccuri (Marsiio, 2016), finalista al Premio Bergamo: siamo negli anni Novanta, tra i monti al confine con la Svizzera. Franco Morelli detto il Moro ha ereditato dal padre la Trattoria dell’Angelo, e la fa fruttare come si deve: ma i soldi, quelli veri, li guadagna trafficando con prostitute e spalloni – e forse grazie ad altri affari ancora più oscuri e pericolosi. È un uomo chiuso, determinato: del tutto amorale. Ha un figlio – in realtà un trovatello, ma nessuno lo sa – che lo adora come un dio; e una moglie timida e servile – la cuoca – che gli serve solo per giustificare al mondo l’esistenza del piccolo Angelo. Ma Angelo, crescendo, scopre che cos’è in realtà suo padre; e anziché ripudiarlo decide di voler essere come lui, più di lui. Si lega d’amicizia con Salvo, rampollo spendaccione – ma non sciocco – di una famiglia del Sud in soggiorno obbligato. Ben presto però anche questa amicizia diventa competizione, e Angelo commette l’errore fatale: vuole essere come il suo amico Salvo, di più del suo amico Salvo. La punizione dello “spregio” sarà terribile; e terribili le conseguenze. Alessandro Zaccuri (La Spezia, 1963) scrittore, giornalista e blogger. Laureato in lettere classiche (con tesi in filologia medievale e umanistica) alla Cattolica di Milano, collabora all’Avvenire” e ai periodici “Lo Straniero” e “Letture”. È autore di romanzi e saggi di critica letteraria e curatore di opere di scrittori quali Elio Fiore, Camillo Sbarbaro, Ray Bradbury, André Malraux. Il volume di Zaccuri per i soci sarà in distribuzione nei prossimi giorni. Per informazioni: 0141593002

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