I Compagni

I Compagni

‘“Oltre il muro” , un ciclo di grandi film d’autore, anticipa il prossimo festival Passepartout. Pensieri e Parole , dedicato alla caduta del tragico Muro di Berlino, all’entusiasmo e alle speranze che ha suscitato, agli stravolgimenti politici ed economici che ha innescato in Europa, in Italia e nel mondo: alle 19.30 in Sala Pastrone (Asti, Via al Teatro 2) il mercoledì sera dal 31 marzo al 12 maggio. Il primo appuntamento sarà il 31 marzo con I compagni. Regia di Mario Monicelli. Presenta Tonino Fassone I Compagni Titolo originale: I compagni Paese, Anno: Italia, 1963 Regia: Mario Monicelli Principali interpreti: Marcello Mastroianni; Renato Salvatori; Annie Girardot; Folco Lulli; Bernard Blier; Raffaella Carrà; Gabriella Giorcelli. Durata : 128 minuti Trama L’azione di questa pellicola, drammatica-sociale, è ambientata in una fabbrica tessile di Torino sulla fine dell’Ottocento. Guidati da un professore socialista, gli operai si battono per ridurre da 14 a 13 ore l’orario giornaliero di lavoro (che talvolta giunge anche a 16 ore). Con la “splendida fotografia “antica” di G. Rotunno e l’interpretazione di “un finissimo Mastroianni”, il film venne candidato all’Oscar per la sceneggiatura e valse a Folco Lulli il Nastro d’Argento. Mario Monicelli (Viareggio (Lucca) It. 1915 -) Regista e sceneggiatore. Figlio del giornalista e drammaturgo Tommaso Monicelli. Nei primi anni ’30 va Milano per compiere gli studi e qui collabora con ‘Camminare?’, un quindicinale d’avanguardia, in cui si occupa di Cinema. Finite le scuole superiori si iscrive alla facoltà di Storia e Filosofia all’Università di Pisa. Nel 1935 partecipa alla Mostra del Cinema di Venezia con il film a passo ridotto “I ragazzi della Via Paal”, con cui vince un premio. Dopo un periodo come aiutoregista e sceneggiatore, nel 1949 inizia la collaborazione con Steno, durata fino al 1953. I due dirigono a quattro mani una serie di film che gettano le fondamenta della commedia all’italiana, interpretati da vari attori di avanspettacolo tra cui Totò e Aldo Fabrizi. Nel 1957 vince il suo primo Orso d’argento al Festival di Berlino con “Padri e figli”, nel 1958 realizza “I soliti ignoti”, con cui vince il Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura, e l’anno successivo vince il Leone d’oro a Venezia con “La grande guerra” (ex-aequo con “Il generale della Rovere” di Roberto Rossellini). Tra i film che hanno ottenuto grande consenso di pubblico e critica “L’armata Brancaleone” (1966) e “Brancaleone alle crociate” (1969), “Amici miei” I e II (1975, 1982), “Caro Michele” (1976, Orso d’argento al Festival di Berlino), “Un borghese piccolo piccolo” (1977, David di Donatello per la miglior regia e Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura), “Il Marchese del Grillo” (1981, Orso d’argento al Festival di Berlino e Nastro d’argento per la miglior sceneggiatura), “Speriamo che sia femmina” (1985, David di Donatello e Nastro d’argento per la miglior regia e la miglior sceneggiatura), ” Il male oscuro” (1990, David di Donatello per la miglior regia) e “Cari fottutissimi amici” (1994, menzione speciale al Festival di Berlino). Nel corso della sua carriera è stato anche due volte candidato all’Oscar per la miglior sceneggiatura: nel 1965 con “I compagni” (1963) e nel 1966 con “Casanova ’70” (1965). Nel 1991 gli è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera. Tra le ultime fatiche si segnalano: la commedia “Le rose del deserto” (2006) e il documentario ” Vicino al Colosseo c’è Monti” presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia del 2009.

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