L’infinita vanità degli scrittori

L’infinita vanità degli scrittori

Ha avuto luogo, domenica 18 marzo ore 18 ad Asti presso la sede della Biblioteca Astense, corso Alfieri ang. Via Goltieri, l’incontro organizzato dall’’Associazione del Premio Asti d’Appello dal titolo L’infinita vanità degli scrittori. Cosa non si fa per vincere un premio letterario con Andrea Kerbaker, segretario del Premio Bagutta. Ad affiancare il relatore il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Alberto Sinigaglia e il presidente dell’Associazione del Premio Asti d’Appello Piero Ghia il quale, dopo aver salutato e ringraziato la biblioteca ospitante, le autorità presenti e i sostenitori dell’iniziativa ha presentato Kerbaker. “Gli scrittori sono di una vanità insopportabile e per i premi possono diventare addirittura molesti…”così l’incipit del segretario del Bagutta tra i sorrisi e le risatine del pubblico e, come un buon libro, le prime parole segnano il tono che si manterrà sintonizzato su una sana critica ironica e tagliente. Un excursus fatto di aneddoti dal rifiuto del Premio Viareggio nel 1968 di Calvino ( ma accettò di buon grado l’Asti d’Appello) al Leone d’Oro a Venezia ai Nobel: “ è una iattura vincere il Nobel: Quasimodo dopo la sua vincita veniva cancellato dalle pagine del Corriere. Perché? Per invidia. Ma da parte sua egli non era tenero nei confronti degli altri poeti, chiamava Ungaretti “iena egizia”, ironizzando sui suoi natali. E Dario Fo? Quando vinse Giorgio Montefoschi dichiarò: è un’offesa. ( “e a chi?”). Per non parlare di Mario Luzi che disse sempre sulla vincita di Fo”Beato lui, io ne ho le scatole piene”. Dal più recente Strega del 2009 che ha mediaticamente riportato il confronto tra Scurati e Scarpa, quest’ultimo vincitore per un voto e chiamato poi dall’avversario un vero e proprio “buffone di corte”. Dal canto suo Scarpa definì Scurati “una costruzione mediatica, dovrebbe fare il segretario del PD” e Kerbaker aggiunge davanti al pubblico della biblioteca Astense ” non sarebbe un cattivo consiglio per il PD”. Alain Elkann visse la sua non-candidatura al Campiello come “un’imboscata” (“ immaginiamo se qualcuno vuole fare un’imboscata a Elkann…”) Invece vengono citati durante l’incontro di domenica saggi uomini come Fruttero che entrò nella cinquina del Campiello ma, come al solito, arrivò ultimo, si presentò alla cerimonia vestito con un improbabile completo verdino e scarpe gialle di tela e giustifico così il suo abbigliamento “ero in Maremma ed avevo solo questo, ma assicuro che a Torino ho un guardaroba più dignitoso…” Ed ancora sulle dinamiche dei premi: “lo Strega è espressione romana e ha visto per anni alternarsi la vincita di un volume edito da Mondadori ed uno edito da Bompiani, fino alla morte della responsabile Anna Maria Rimoaldi, allora per il conseguente “spacchettamento” di voti Mondadori ha vinto più volte di seguito, generando tensioni non da poco. Viene convocato alle 21.30 ma parte alle 23 perché viene trasmesso da Rai 1 con domande dei giornalisti che quasi mai hanno letto il libro. E’ persino imbarazzante perché le case editrici chiamano tutti i votanti per fare pressioni..” “Il Campiello vanta 300 lettori comuni veneti, non veneziani, attenzione…E’ un momento glorioso per i leghisti” “Il Viareggio è l’unico premio che non viene assegnato solo alla narrativa , ma anche alla poesia e alla saggistica. E’ in assoluto l’ambiente più litigioso. Tutti litigano con tutti.” Kerbaker parla anche del “suo” Bagutta, spiegandone la storia: il premio più antico nato nel 1927 in una trattoria da un gruppo di intellettuali che misero sul tavolo una cifra togliendola dalle proprie tasche. Ebbe una pausa durante il fascismo, ora Kerbaker ne è segretario, amministrandolo con il rigore di cui è capace. Si arriva alla descrizione degli autori che partecipano ai premi: il migliore è quello timido, colui il quale fa finta di niente, contento ma fino ad un certo punto. Secondo in classifica quello ( spesso romano e di Mondadori) che chiama, chiede come va la famiglia, etc e poi ti chiede se hai ricevuto e letto e mano a mano diventa più insistente. Infine ci sono quelli che si sentono Proust, per costoro Kerbaker consiglia ai soci del Premio Asti d’Appello “ è meglio essere diretti. Bisogna dire: sì, ho letto e non mi piace, non vincerai mai!”. Kerbaker chiude citando nomi praticamente sconosciuti della letteratura che hanno vinto il Nobel e grandi ( Borges, Pavese, Zola, Roth …) che non hanno vinto e conclude “Io sto dalla parte di coloro che fanno parte di un premio perché rispettosi del talento e dell’umanità degli scrittori”. Risponde alla domanda di Sinigaglia sul suo ultimo saggio, dedicato alle catastrofi annunciate mediaticamente negli ultimi dieci anni e mai avvenute, si chiama Bufale apocalittiche (Ponte alle Grazie, 2010) e cita episodi di terrorismo mediatico l’antrace ( 4 casi di morte accertata sui milioni annuciati…), l’aviaria, la SARS… Ancora anticipazioni sulla sua prossima pubblicazione che, per essere in tema, parla di libri e sarà edito da Casa editrice Ponte alle Grazie: una storia dei grandi amanti dei libri da Petrarca al figlio di Cristoforo Colombo e ad altre interessanti figure. Chiude con un’appropriata citazione di Marguerite Yourcenar: Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire

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