Lorenzo Mondo presenta “Perchè Fenoglio”

Lorenzo Mondo presenta “Perchè Fenoglio”

La Biblioteca Astense, il Centro Studi Beppe Fenoglio e il Centro di documentazione Beppe Fenoglio della Fondazione Ferrero di Alba presentano Perché Fenoglio, incontro con il giornalista, scrittore e critico Lorenzo Mondo. L’evento è un altro passo di un cammino nella cultura di Fenoglio che si articolerà nei mesi fino alla metà circa del 2006, iniziato dalla mostra dal titolo Come vivo acciaio: Beppe Fenoglio uomo e scrittore, inaugurata in occasione della 39° edizione della Douja d’Or, poi seguita da un reading che ha riscosso grande successo. Prevista per venerdì 21 ottobre alle ore 21 una sorta di lezione sul grande scrittore tenuta da uno dei più significativi critici di Fenoglio, Lorenzo Mondo. Fenoglio risulta essere un intellettuale molto interessante, sfaccettato, se pure assolutamente coerente, capace di uno stile che ancora oggi risulta estremamente moderno. Ha detto di lui il grande scrittore Italo Calvino all’indomani della sua morte: Beppe Fenoglio è stato per noi forse l’ultima incarnazione d’una figura storica di scrittore che marcò di sè le storie letterarie del secondo quarto di secolo ed ora è scomparsa senza lasciare eredi : scrittore che esprieme insieme la solitaria coscienza d’una tensione interiore e il mito estroverso di una vita pratica e attiva. E come i migliori di quella sparsa falange, scelse a banco di prova della sua volontà e della sua grazia, lo stile. Lo stile, cioè il punto in cui si saldano individualità e comunicazione, contenuto etico e forma. Lorenzo Mondo, attento e sensibile critico fenogliano ha posato l’attenzione fin dagli anni ’60 sul suo linguaggio, non tanto alle locuzioni inglesi che fanno parte della cultura anglofona dello scrittore, ma a quell’ondare del discorso, quella vena participiale e gerundiva che gli conferisce una barocca e solida espressività: questa si è ispirata agli adorati elisabettiani, al delirante Marlowe, che interviene più volte a cadenzare la nostalgia di Johnny. Ma si badi anche a certi aggettivi o avverbi, dal peso quasi metallico : la città “proditorata”, la sera che precipita “niagaricamente”, le “papaveriche” camicie dei garibaldini…E’ in forza di quest’ invenzione linguistica che Fenoglio si lascia alle spalle il neorealismo, senza lasciarsi incagliare. Un linguaggio inventato sulla linea della popolaresca arcaicità, nella quale si decantano e diventano apprezzabili, a poco a poco, anche certe espressioni liceal-goliardiche, certe acquisizioni artificiose del mondo degli studi : la faccia meteca del gerarca, l’ora atramente propizia; mentre nei funerali di un partigiano è possibile scorgere una commozione autentica e solenne “un sigillo di eternità, come fosse un greco ucciso dai Persiani due millenni avanti”. La verità è che Fenoglio possedeva l’animus di un antico cronista, la stessa freschezza di lingua, la stessa partecipazione umanissima e dolorante alle nostre faide perenni. L’ingresso è libero e tutti sono invitati. Lorenzo Mondo è nato a Torino nel 1931, apprezzato critico letterario,giornalista e romanziere e frequente collaboratore de “La Stampa” di cui è stato a lungo responsabile delle pagine culturali e poi vicedirettore, è autore di diversi romanzi, tra cui I padri delle colline (1988) e Il passo dell’ unicorno (1991). Allievo di Giovanni Getto all’Università di Torino, si è presto rivelato uno dei critici più attenti al panorama intellettuale italiano. E’ autore di saggi sulla letteratura italiana dell’Ottocento e del Novecento, quali gli Interventi sulla narrativa italiana contemporanea, 1973-76 (Matteo, 1977) e Letterature negli anni, 1977-1990, in cui le sue doti critiche hanno saputo esercitarsi con particolare acutezza e autorevolezza sul terreno della narrativa nazionale degli ultimi anni, dimostrando sicurezza di gusto ed intuizione. La sua attenzione si è diretta poi in particolare sulla letteratura italiana resistenziale e degli anni fra le due guerre, attraverso uno studio puntuale ed originale delle fonti. Esemplare in tal senso, dal punto di vista filologico, la prima edizione, curata con Italo Calvino,dell’epistolario di Cesare Pavese, Lettere 1924-1950 (Einaudi, 1966), che ha costituito un contributo di primaria importanza a livello nazionale per la conoscenza dello scrittore piemontese, contribuendo inoltre a valorizzare il significato della letteratura di quegli anni e di quei luoghi nell’ambito della cultura italiana. Sua è anche la scoperta di inediti di straordinaria importanza per la storia letteraria nazionale, quali il Taccuino 1942-43 di Cesare Pavese e gli Appunti partigiani di Beppe Fenoglio. Sua è anche la fondamentale monografia critica su Cesare Pavese (Cesare Pavese, Mursia, 1961). Ufficio Stampa Elisabetta Ghia 340.85.34.293 – Silvia Giordanino 347.14.95.679ufficiostampa@bibliotecastense.it Biblioteca Astense Corso Alfieri 375 – 14100 Asti Tel. 0141.59.30.02 – 53.11.17 www.bibliotecastense.it

Condividi questa pagina su
No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.