04 Apr 2008 Il Sessantotto e la musica
“Anche se voi vi credere assolti siete lo stesso coinvolti”: con queste parole de “La canzone del maggio” di Fabrizio De Andrè, Franco Testore ha aperto il suo incontro, “Il Sessantotto e la musica”, realizzato per le scuole superiori astigiane dalla Biblioteca Astense come percorso di avvicinamento al tema dell’edizione 2008 del festival Passepartout. Nell’auditorium del Centro Giovani erano presenti, venerdì 4 aprile, classi dell’istituto “Artom”, del “Quintino Sella” e del magistrale “Monti”. L’atipica lezione, tra immagini e musica del tempo, si è snodata tra le note di un quinquennio intenso e denso di eventi. Il discorso ha preso il via dal 1965, con l’album “Rubber soul” dei Beatles da cui Testore ha scelto di far ascoltare il brano “Drive my car”. Sono stati passati in rassegna i principali interpreti dell’epoca: dal menestrello folk Bob Dylan all’irruzione sulla scena musicale del blues e della psichedelia attraverso Otis Redding, i Rolling Stones, i Pink Floyd. In un continuo gioco di rimandi, Testore ha sapientemente usato la musica per rileggere la storia e la storia per spiegare la musica di quegli anni, appassionando studenti e insegnanti. L’appuntamento si inseriva in un trittico di incontri organizzati per le scuole dalla Biblioteca al fine di introdurre anche i più giovani nelle tematiche che hanno animato il Sessantotto a livello nazionale e mondiale. L’ultimo approfondimento sarà affidato all’esperta di costume Pier Angela Farris e sarà incentrato sulle rivoluzioni nel campo della moda: perché, come ha scritto di recente la giornalista Patrizia Vacalebri , “criticato, mitizzato, revisionato che sia, il Sessantotto rimane l’anno simbolo della rivoluzione culturale in Europa, le cui conseguenze sono visibili, anche dopo quarant’anni, nel cambiamento dei costumi e del look degli italiani”.
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