Ninì: immagini e storie dell’alpinismo anni ’30

Ninì: immagini e storie dell’alpinismo anni ’30

Dopo l’ennesimo tutto esaurito dello scorso appuntamento, torna Passepartout en Hiver, in orario leggermente anticipato rispetto al solito: domenica 21 febbraio alle 16,30 all’Auditorium della Casa del Teatro in via Goltieri sesto incontro dell’edizione 2016, organizzata dalla Biblioteca Astense Giorgio Faletti con Cna Asti: Antonio Rinetti e il Cai di Asti presentano “Ninì: immagini e storie dell’alpinismo anni ’30”. La sezione del Cai di Asti, fondata nel lontano 1921, è protagonista di un incontro che sarà ricco di spunti storici e culturali e che spazierà su uno dei periodi più gloriosi e interessanti della storia dell’alpinismo, ovvero gli anni ’30. Il film documentario, che sarà introdotto da Antonio Rinetti con un’illustrazione del contesto storico-alpinistico dell’epoca, è la storia di Ninì Pietrasanta (1910-2000), una ragazza milanese di ottima famiglia che, attratta dal fascino irresistibile della montagna, compì imprese di eccezionale valore con l’animo di un’innamorata. Nell’estate del 1932 Gabriele Boccalatte, uno dei più forti alpinisti italiani di sempre, e Ninì Pietrasanta si incontrano sul Monte Bianco: scalano insieme, si innamorano. Da allora fino al 1936, anno in cui si sposano, vivono la loro grande stagione alpinistica e aprono, compagni di cordata e di vita, alcune delle vie più difficili delle Alpi. Per tenere traccia delle loro imprese iniziano a scrivere diari e a fare fotografie. Ninì, una delle pochissime donne alpiniste di quegli anni e abile cineasta, porta con sé in parete anche una cinepresa da 16 mm. Nel 1937 nasce il loro figlio Lorenzo. Nel 1938 Gabriele muore, cadendo da una parete. Ninì abbandona l’alpinismo estremo per continuare la sua vita di madre. Poco dopo la sua morte, nel 2000, Lorenzo ritrova in un baule le immagini girate da sua madre. È la storia struggente tra due persone che si amano di un amore profondo, condiviso sulle più aspre pareti alpine scalate in condizioni sovente estreme. È la storia commovente dell’amore tra una madre che, rimasta sola con un bambino di un anno, gli dedicherà la sua vita rinunciando per sempre alla sua grande passione. È la storia di un bambino che, ormai anziano, ritroverà casualmente in un baule le immagini dei suoi genitori e a loro dedicherà, con un gesto d’amore, questa bellissima storia. Il film dura circa 50 minuti, ed è stato prodotto e realizzato nel 2015 grazie a contributi raccolti con un innovativo sistema di crowdfunding da una piccola casa di produzione di Aosta, La Fournaise. Ha vinto numerosissimi premi della critica ai più importanti festival di cinematografia alpina in Italia e all’estero. Il film verrà preceduto da un audiovisivo sulla storia del Cai di Asti ricco di fotografie inedite degli anni dell’anteguerra che raccontano la passione degli astigiani per la montagna e sarà introdotto dal Presidente della Sezione di Asti del Cai, dr Silvio Lungo Vaschetto. Proprio per avere la possibilità di assistere alla proiezione dei film e di ascoltare le testimonianze dei relatori l’inizio dell’incontro è anticipato alle ore 16.30. Antonio Rinetti, classe 1952, manager industriale e bancario ritirato dal lavoro, è socio del Cai dal lontano 1961 ed è stato Presidente della sezione di Asti dal 1988 al 1991. Appassionato di montagna, pratica ancora tutti gli sport alpini con assiduità e passione. E’ sposato con due figli. Il primogenito, Lucio, è direttore del corso di alpinismo presso la Scuola di Alpinismo Franco Gentile della sezione del Cai di Asti. L’artista che esporrà una sua opera all’interno dell’evento è Viviana Gonella: vive e lavora ad Asti, ha iniziato la sua carriera artistica negli anni ‘70, ma la prima personale risale al 1996. Le iniziali esperienze si rivolgono al figurativo, prediligendo i soggetti femminili che negli anni si arricchiscono di motivazioni sociali. Si interessa di fotografia utilizzandola con la tecnica del collage per la realizzazione di alcuni lavori. Pur mantenendo al centro del suo lavoro il mondo della donna, negli ultimi anni si è sentita attratta dal paesaggio che realizza con tecniche molto personali. L’opera presentata a Passepartout en Hiver è un collage nel quale due figure di Ninì sono ripetute molte volte “per rafforzare – dice l’artista – la sua immagine di donna caparbia che si è cimentata in imprese sempre considerate maschili”. 

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