15 Set 2011 “Bruno e…” un grande successo
Grande soddisfazione da parte della Fondazione Giovanni Goria, la Biblioteca Astense e L’Archivio di Stato di Asti – Ministero per i beni e le attività culturali, organizzatori di “Bruno e…” – La giustizia: riflessioni sulla riforma, evento in memoria di Bruno Vergano, significativa figura nel panorama intellettuale astigiano morto lo scorso anno. Numerosi gli avvocati e i poliziotti che hanno partecipato sabato scorso all’incontro che, dato l’indubbio valore degli oratori e l’interesse del tema affrontato, si fregiava anche del riconoscimento di crediti formativi. L’argomento del convegno era di grande attualità: al modello processuale inquisitorio in vigore dal 1930, la riforma dell’ordinamento processuale penale italiano fissata dal d.p.r. 22 settembre 1988, n. 447 ha sostituito un sistema misto di processo penale, prevalentemente accusatorio. Ciò significa che mentre in precedenza nella figura del giudice confluivano la funzione giudicante, accusatoria e difensiva – ovvero il giudice inquisitore cercava, ammetteva e valutava le prove – nel modello accusatorio il giudice è un soggetto imparziale e terzo, mentre sono le parti interessate, accusa e accusato, che devono assicurare la ricerca, l’ammissione e l’assunzione degli elementi probatori. È evidente, però, come sia fondamentale garantire l’equilibrio tra queste due parti processuali, in ossequio ai valori costituzionali. Un disegno di legge del Governo per riformare il processo penale è attualmente all’esame del Senato: il convegno si propone di analizzare gli elementi salienti della riforma, senza dimenticare che, essendo coinvolti beni e libertà supreme dell’individuo, l’elemento tecnico deve prevalere su ogni altra considerazione. Sono intervenuti: Marco Goria, Vicepresidente Fondazione Giovanni Goria; Renzo Remotti, Direttore Archivio di Stato di Asti; Carlo Federico Grosso, Professore Emerito di Diritto penale Università degli Studi di Torino, già Vicepresidente CSM; Enrico Costa, Membro Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati. È Marco Goria a dare il benvenuto e a ricordare non solo la figura di Bruno Vergano, ma anche due altri astigiani di peso che sono venuti a mancare da quando l’incontro è stato organizzato: Roberto Scialuga e il padre di Renzo Remotti, Piero Remotti. La parola passa poi al padrone di casa, Renzo Remotti, Direttore dell’Archivio di Stato di Asti, sede del convegno: è lui a introdurre lucidamente il tema, auspicando che dal successivo confronto possa scaturire una riflessione ad ampio spettro. Tocca ad Enrico Costa iniziare il confronto. Dopo aver manifestato la grande stima nei confronti di Carlo Federico Grosso, tra l’altro suo professore all’università, tiene a fare una premessa: “Per onestà intellettuale occorre riconoscere che la riforma di cui si andrà a discutere non avrà ad essere in questa legislatura perché non sussistono i tempi tecnici. Tuttavia,” sostiene, “il dialogo tra maggioranza e opposizione sul tema sarà molto utile.” Quindi passa all’analisi dei punti della riforma in modo chiaro e tecnico, per poi giungere a una conclusione politica: nessuna riforma della giustizia è possibile, perché il centrodestra interviene in modo netto su certe vicende processuali e il centrosinistra tenta di calarle in modo concreto contro il Presidente del Consiglio, ma l’auspicio è che l’attuale studio in atto possa servire. È poi la volta di Carlo Federico Grosso, il quale ringrazia tutti ed esordisce dicendo che Costa ha già presentato gli elementi salienti della riforma, ma per lui la domanda da porsi è: “Qual è l’obiettivo? Perché questa riforma?” È estremamente critica la sua posizione nei confronti di questa riforma, che non trova utile pensata in questo modo. Invece riconosce che ci sarebbero delle modifiche da fare per rendere più rapidi i tempi del processo penale. Tuona: “Mi chiedo: è interesse della politica che la giustizia non funzioni?” E ancora: “I principi di garanzia e libertà non vanno toccati da nessuno, ripeto: nessuno… Chiaro?” Passa infine all’analisi puntuale degli elementi esaminati da Costa. Costa ribatte su alcune cose, prima della chiusura affidata a Marco Goria, che riconosce come estremamente utile il confronto che si è svolto e quanto sia importante riformare il nostro sistema giudiziario, soprattutto per i normali cittadini che spesso hanno la vita rovinata da processi infiniti e mal gestiti. Continua” Se Berlusconi volesse davvero riuscire in questa impresa dovrebbe fare un passo indietro per non dare possibilità all’opposizione di accusarlo a prescindere di fare leggi ad personam. Che abbia ragione o torto, se colui che tuona continuamente in Italia e all’estero contro la Magistratura è la stessa persona salita al potere grazie alla stessa Magistratura che gli ha eliminato totalmente gli avversari, diventa automaticamente poco credibile.”
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